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Consulenza Facebook advertising: da “perché le Ads non funzionano?” a “finalmente generano risultati”

  • David Callari
  • Digital Marketing, Facebook ads, Instagram Ads
servizio-consulenza-facebook-advertising

Indice dell'articolo

Se ti stai chiedendo “perché le mie campagne non funzionano?”, sei in ottima compagnia.

Ogni settimana parlo con imprenditori, freelance e marketer che mi dicono più o meno le stesse cose:

  • “Spendo ma non vedo ritorno.”
  • “Il traffico arriva, ma non converte.”
  • “Un mese le Ads vanno, quello dopo crolla tutto.”

A quel punto arriva la domanda successiva:

“Mi serve una consulenza Facebook advertising o posso aggiustare da solo?”

In questo articolo ti spiego come ragiono quando faccio un audit delle campagne:
non guardando “cosa è rotto”, ma in quale punto del percorso si blocca il flusso tra annuncio e conversione.

consulenza facebook advertising dati 1

Userò lo schema che vedi in alto (dati quantitativi a sinistra, dati qualitativi a destra) e ti mostrerò dove entra in gioco la figura del consulente Facebook Ads.


1. Il vero problema delle Ads che non funzionano: il flusso si inceppa

Di solito quando una campagna non va, si cerca “il colpevole”:

  • “Le creatività sono brutte.”
  • “Il copy è debole.”
  • “Il target non è giusto.”
  • “È colpa dell’algoritmo.”

La verità è che è quasi sempre un insieme di fattori che si sommano.
Per questo ha poco senso domandarsi solo “che cosa non funziona”.

La domanda utile è:

In quale punto del percorso l’utente smette di andare avanti?

Pensa alla tua campagna come a una sequenza:

  1. L’utente vede l’Ad
  2. Decide se fermarsi o scrollare
  3. Clicca (o no)
  4. Arriva sulla pagina / compila un modulo / aggiunge al carrello
  5. Completa (o no) la conversione

La consulenza Facebook advertising serve esattamente qui: a capire dove si crea il collo di bottiglia.


2. Pre-click e post-click: le due metà dell’analisi

Un primo modo molto concreto per analizzare le campagne è separare:

  • Fase pre-click → ciò che succede dentro Meta prima del clic
  • Fase post-click → ciò che succede dopo: landing, form, funnel, checkout, CRM

Molte analisi falliscono perché:

  • si cercano soluzioni sulla parte creativa quando il problema è sulla pagina
  • oppure si rifà tutto il sito, quando il problema è che nessuno ci arriva (CTR bassissimo)

Vediamole una per una.


3. Dati quantitativi: leggere i numeri per capire dove si blocca il traffico

Nel tuo schema li hai messi sotto “Dati quantitativi”: è la parte numerica, quella che vediamo nei pannelli di Meta e Google.

I blocchi principali sono:

  • Quality Score / ranking di qualità
  • CTR (Click-Through Rate)
  • CPM (Costo per 1000 impression)
  • CPL/CPA (costo per lead / per acquisizione)
  • Metriche video (hook, trattenimento, completamento)

3.1 Meta Ads: quando i numeri ti dicono che qualcosa non torna

In un’analisi di Meta Ads guardo, tra le altre cose:

  • Ranking di qualità, coinvolgimento e conversione
    Idealmente vogliamo stare su “Average” o superiore. Se spesso sei su “Below Average”, l’annuncio non è competitivo rispetto agli altri.
  • CTR outbound
    Come ordine di grandezza, sotto l’1,5%–2% (in molti settori) è un segnale che l’annuncio non aggancia.
  • Video completion rate
    Su video più lunghi di 15 secondi, se meno di un terzo delle persone li guarda almeno fino a metà, probabilmente l’apertura non è abbastanza forte.
  • Hook rate (visualizzazioni di 3 secondi / impression)
    Se pochissime persone superano i primi 3 secondi, il problema è spesso nel primo frame o nei primi 2–3 testi.
  • Hold rate (ThruPlay / visualizzazioni di 3 secondi)
    Qui capiamo se, una volta catturata l’attenzione, riusciamo a mantenerla.
  • CPL/CPA rispetto al valore del cliente
    Anche se i KPI di piattaforma sono “belli”, se il costo contatto è troppo alto rispetto al margine, resta un problema.

Questi numeri ci fanno capire se lo “stop” è nella fase in cui l’utente vede e clicca l’Ad, oppure se il problema è più avanti.

3.2 Google Ads: perché il punteggio di qualità conta ancora

Se nelle tue strategie entra anche Google Ads, la logica è simile:

  • Punteggio di qualità delle keyword principali
    Idealmente lo vogliamo almeno sopra il 7: punteggi più bassi significa spesso pagare di più per clic meno qualificati.
  • CTR su rete di ricerca
    Sotto un certo livello (ad esempio 5% come ordine di grandezza in molti mercati B2C) indica che gli annunci non intercettano bene l’intento di ricerca.
  • Tempo di caricamento della landing
    Una pagina che impiega più di 2 secondi a caricarsi fa perdere clic preziosi e peggiora punteggio e costi.
  • Coerenza keyword–annuncio–pagina
    Più è forte, più Google premia annunci e landing.

Ancora una volta, è un modo per capire: arriva traffico di qualità o no?


4. Dati qualitativi: posizionamento, angoli di comunicazione, pubblico

Fin qui abbiamo parlato di numeri.
Ma nello schema che hai creato c’è anche tutta la colonna dei dati qualitativi:

  • Posizionamento
  • Target audience
  • Angoli di comunicazione
  • Trigger / eventi scatenanti
  • Problemi / needs
  • Desideri / risultati

Questa è la parte che spesso viene saltata “perché non sta in una tabella”, ma è quella che fa la differenza tra una campagna che gira “così così” e una che scala.

4.1 Posizionamento e target: stai parlando alla persona giusta?

Domande che un consulente Facebook Ads si fa subito:

  • Il messaggio che esce dalle Ads è in linea con il posizionamento del brand?
  • Il pubblico a cui sto mostrando gli annunci è davvero quello che ha il problema che risolvo?
  • Sto parlando a chi decide o a chi guarda?

Se stai proponendo un servizio premium ma il tono dell’Ad è da discount, o viceversa, l’algoritmo può fare poco.

4.2 Angoli di comunicazione: di cosa parla davvero il tuo annuncio?

Gli angoli di comunicazione (quelli che nel tuo schema stanno tra Quality Score, Ad copy e Creatività) sono i “punti di vista” con cui racconti il prodotto:

  • risparmio di tempo
  • sicurezza
  • status
  • convenienza economica
  • comfort / qualità della vita
  • semplicità / zero sbattimenti

Una consulenza Facebook advertising serve a mappare e testare sistematicamente questi angoli, invece di cambiare banner a caso sperando nella “creatività vincente”.

4.3 Trigger, problemi, desideri: l’anatomia di un messaggio che funziona

Ogni messaggio dovrebbe appoggiarsi su tre pilastri:

  1. Trigger – cosa succede nella vita della persona che la spinge ad agire?
    Es. un controllo medico, una scadenza, la stagione, un nuovo regolamento, una frustrazione che si ripete.
  2. Problema / bisogno – come lo descriverebbe con le sue parole, non con le nostre.
    Es. “non sento bene in riunione”, “mi arrivano pochi preventivi”, “perdo tempo in attività che potrei automatizzare”.
  3. Desiderio / risultato – cosa vuole ottenere?
    Più clienti, più serenità, meno fatica, più tempo, più autonomia, ecc.

Se questi tre ingredienti non sono chiari, i numeri possono migliorare un po’, ma la campagna non “aggancia” davvero il mercato.


5. Una consulenza Facebook advertising fatta bene: cosa include davvero

Fin qui abbiamo visto come ragiona l’analisi.
Ora vediamo cosa fa, giorno per giorno, un consulente Facebook Ads.

5.1 Audit dell’account: fotografia dello stato attuale

Si parte sempre da una fotografia precisa:

  • Struttura di campagne, gruppi e annunci
  • Obiettivi (traffico, lead, vendite, messaggi, visite in negozio…)
  • Dati pre-click: impression, CTR, CPM, ranking di qualità, metriche video
  • Dati post-click: tasso di conversione delle landing, compilazione form, tasso di risposta, show-up alle call
  • Coerenza con gli altri canali (Google Ads, SEO, email marketing, offline)

Qui entra in gioco anche la parte tecnica: eventi, pixel, API, conversioni, parametri UTM, collegamenti con CRM.

5.2 Strategia: collegare quantitativo e qualitativo

A partire dai dati, si costruisce una strategia che tenga insieme le due colonne del tuo schema:

  • Colonna numerica
    → obiettivi giusti, KPI chiari, budget allocati in modo sensato.
  • Colonna qualitativa
    → messaggi, angoli di comunicazione, creatività, offerte, funnel.

Il risultato è un percorso chiaro:

Angoli di comunicazione → Ad copy → Creatività → CTR → CPM → CPL/CPA

Ogni passaggio è misurabile e, soprattutto, migliorabile.

5.3 Setup o ristrutturazione delle campagne

In questa fase si:

  • riprogettano campagne e gruppi di inserzioni
  • si definiscono regole chiare per i test (cosa cambia, per quanto tempo, con quali budget)
  • si scrivono o si revisionano copy e creatività
  • si allineano Ads e landing (titoli, promesse, call to action)

Per approfondire la logica di funzionamento delle campagne e delle diagnosi di rilevanza puoi, ad esempio, esplorare la documentazione ufficiale del Meta Business Help Center:

(È una buona risorsa esterna da collegare anche nel tuo articolo, non è un concorrente e aumenta l’autorevolezza della pagina.)

5.4 Ottimizzazione continua: dai dati alle decisioni

Una consulenza Facebook advertising non finisce con l’avvio delle campagne.
Il lavoro vero è:

  • leggere con regolarità i dati
  • scegliere cosa spegnere, cosa tenere, cosa testare
  • collegare i numeri agli insight qualitativi (es. “questo video genera molti clic ma lead poco in target”).

In pratica, si costruisce una checklist strutturata (io uso una lista di oltre 20 punti tra pre e post-click) che copre:

  • parametri di delivery (CPM, copertura, frequenza)
  • performance di creatività e copy (CTR, hook, completamento)
  • performance del funnel (conversion rate, tempi di risposta, valore medio)
  • coerenza tra traffico generato e qualità dei contatti/vendite

Prossimi passi

Se ti va di approfondire come applicare questo approccio al tuo account, puoi partire da qui:

👉 Consulente Facebook Ads – consulenza e gestione campagne

Troverai maggiori dettagli su:

  • come imposto un audit completo (pre e post-click)
  • che tipo di business seguo di solito
  • come funzionano i percorsi di lavoro continuativi

Da lì possiamo capire se la tua situazione richiede una revisione una tantum o un affiancamento più strutturato.

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